Uguali
ma diversi
Anita Sonego - Klaus Mondrian*

Corpo Libero, il movimento Lgbtq
di Rifondazione, ha partecipato
alla manifestazione
“Uguali” organizzata a Roma l'11-10-2009 per rispondere
all’ondata omotransfobica in
atto nel nostro Paese. La parola d’ordine
dell’appuntamento romano e la sua piattaforma
hanno creato un dibattito all’interno
delle varie associazioni alcune delle
quali, come ad esempio “Facciamo
Breccia”, non hanno aderito. Anche in
piazza erano evidenti slogan che tenevano
assieme la richiesta dei diritti con la
rivendicazione del valore delle diversità:
“Sono diversa ed antifascista”, “Uguali
nei diritti ma libere di essere diverse”, il
gruppo “Le malefiche-Laboratorio di genere”
portava degli adesivi con la scritta:
“Annapaola, questa legge è proprio
sConcia” (riferendosi al disegno di legge
che esclude la transfobia come reato).
La
stessa onorevole è stata duramente criticata
anche lungo il corteo da un gruppo
di giovani dei centri sociali che impugnando
una doccia inscenavano il “lavaggio
della memoria antifascista” (e
dunque anche antigay e lesbica) che certe
azioni come l’interlocuzione con i
picchiatori di Casapound mettono pericolosamente
in atto. Costoro, infatti, in
un documento sulla propria presunta
apertura al movimento Lgbtq e ai diritti
civili, concludono che anche l’antifascismo
è in Italia una “discriminazione costituzionale”.
Corpo Libero, pur partecipando alla manifestazione,
ha stigmatizzato il mancato
collegamento con tutte le altre forme
di discriminazione particolarmente virulente
nell’Italia della Lega e di Berlusconi.
Il nostro sospetto che il motto
“Uguali” nascondesse una certa omologazione
culturale e politica che finisce
per legittimare la destra omofoba si è rivelato
fondato quando dal palco è stato
più volte ricordato l’incontro “concesso”
dalla ministra Carfagna ai promotori
della manifestazione.
La lettura, poi, di
una lettera della suddetta ministra è sembrato
quasi un atto provocatorio tanto è
vero che parte della piazza ha manifestato
con grida e fischi la propria disapprovazione.
Noi riteniamo che non sia più il tempo
di plaudere a generici comunicati di
comprensione che arrivano dai rappresentanti
di un governo che ha più volte
dimostrato di non voler promuovere
nessuna politica a favore delle diversità.
Tuttavia siamo felici che per la prima volta
la manifestazione sia iniziata con il
racconto di esperienze di vita da parte di
gay, lesbiche, trans e genitori omosessuali
che hanno testimoniato della forza del
desiderio e dell’amore. Se anche la politica
imparasse a partire dai testimoni
concreti del razzismo omofobico piuttosto
che cercare alleanze ad ampio spettro
con Alemanno, Carfagna, Casapound di
turno, molto probabilmente non saremmo
costretti/e a ritrovarci in piazza sempre
e soltanto “contro”, ma nelle strade
delle nostre città e nei luoghi della politica
a parlare di progetti per costruire un
mondo che non tema le diversità ma ne sappia far tesoro.
*Corpo libero
da Liberazione 11-10-09
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